Care compagne e compagni,
Il 1 Maggio per noi era un ‘tutt* su in montagna’! Un ‘sanmichele’ di 200 Km andata e ritorno Ponticelli – Campolo – Ponticelli per 20 anni!
Dal 2018 abbiamo scelto di restare in pianura, alla Casona dove quest’anno, l’affastellarsi di fasi e ordinanze ci impedisce di riunirci, per spalancare la primavera alla pianura e raccontare – tra i suoni dei piatti, di ceramica e d’ottone, di cucina e di concerto, nel tramestio dei mestoli, dei nostri titoli eretici e delle nostre parole spericolate – la festa del lavoro, per quello che ancora non è, per come la vogliamo.
Una giornata che non possiamo lasciare chiusa in casa, proprio oggi, di fronte, dentro la difficilissima realtà che stanno vivendo, meglio, subendo milioni di lavoratrici e di lavoratori: con la chiusura di tantissime attività produttive e commerciali e la prospettiva, che è più di uno spettro, di una disoccupazione di massa; con l’incapacità, anzi, la mancanza di volontà di rendere davvero sicuri i luoghi di lavoro, che non è altro che la prosecuzione emergenziale di una politica e di un’economia incuranti delle mille e mille vittime che, no, proprio non si possono chiamare “bianche”; con cadenze lavorative alienanti e, diciamolo pure, disumane; con la disintegrazione di ogni lavoro intellettuale e culturale che si presenti come anti-sistema; con la prospettiva di un ulteriore addomesticamento di lavoratrici e lavoratori alle logiche di un capitalismo che desertifica i diritti e l’ambiente, che non intende scrollarsi di dosso la sua marsina tossica e asfissiante.
Nel quadro di un generale peggioramento delle situazioni lavorative, vogliamo portare l’attenzione su sanità e istruzione, settori in cui lo stato attuale sta mostrando tutta la sua incapacità, condividendo alcune riflessioni degli ultimi giorni che trovate in allegato.
Il 1 Maggio rimane un giorno di lotta, di festa e di libertà senza confini…anche quest’anno!