Martedì 31 gennaio diverse compagne e compagni dell’Ass. Primo Moroni si sono recat* presso il teatro comunale di Castello D’argile per assistere alla rappresentazione di ‘Fa’afafine, Mi chiamo Alex e sono un dinosauro’, uno spettacolo per ragazz* che tratta, tra i tanti, anche il tema del gender fluid (con fluidità di genere si intende l’alternanza di una persona nel sentirsi maschio e femmina). L’ interesse verso lo spettacolo è nato a seguito della comparsa, davanti alle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio che ne avevano programmato la visione, di striscioni di protesta ad opera dell’associazione Evita Peron (gruppo femminile neofascista di Forza Nuova). Il tutto è avvenuto nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27. Tra le frasi ‘Il sesso non è un gioco: così aiuti solo il pedofilo’ è un chiaro esempio di quanta tracotante ignoranza si celi nelle menti ideatrici. Il tutto accompagnato da un bieco volantinaggio in cui, non solo si allarmavano le famiglie in merito ai ‘pericolosi’ contenuti della rappresentazione, ma venivano anche riportate le classi aderenti al progetto, sottoponendo così a pubblica condanna le insegnanti.
Bene! Avendo visto lo spettacolo, possiamo dire fermamente che le scuole dovrebbero essere piene di insegnanti così attent* a trasmettere non solo la didattica, ma anche valori di vita quali il rispetto dell’altro e l‘uguaglianza nella diversità. Mentre è spietatamente inaccettabile che sia tollerata l’esistenza e soprattutto venga dato credito a Forza Nuova, un partito che promuovere e rivendica apertamente il suo carattere fascista, omofobo e razzista. Ma sappiamo ormai da tempo che questi gruppi neofascisti non operano da soli; spesso trovano l’appoggio di partiti altrettanto xenobi, come per esempio la Lega Nord, e di quelle frange catto-reazionarie intrise di sessismo e patriarcato.
Fa’afafine è uno spettacolo che parla di amore e per come lo intendiamo noi, l’amore non ha forma, non ha colore né età! Alex è un bimbo arcobaleno, che si confronta con la sua identità di genere attraverso la scoperta e la sperimentazione. Com’ è normale che le/i bambin* facciano! Lo spettacolo parla anche di discriminazione e di bullismo, di sofferenza davanti a chi ci fa sentire ‘strani’ o ‘diversi’, attribuendo a questi termini un’accezione negativa. E’ uno spettacolo decisamente contro gli stereotipi di cui questa società è intrisa, è uno spettacolo che ci fa respirare finalmente una ventata d’aria e forse ci dà speranza per immaginare una società migliore di quella in cui viviamo.
Ci è sembrato che i lunghi applausi, le tante mani di bambin* alzate a fare domande (a onor del vero più sulle scenografie che sull’identità di genere di Alex!!!), e i commenti entusiasti ed emozionati dei genitori alla fine dello spettacolo siano stati la miglior risposta a chi voleva intimidire e sopraffare.
Certamente le 4 persone di Evita Peron presenti quella mattina nei pressi del teatro non hanno potuto vedere tutto questo, perché troppo impegnate nel sostenere un manifesto a testa (come al solito del resto) con riportate le solite frasi discriminatorie. Noi saremo sempre dalla parte di chi si oppone a ogni forma di omofobia e si espone in prima persona per una società equa, nel rispetto di tutte le diversità e libera dai fascismi!
L’Ass. Primo Moroni – Nuova Casa del Popolo di Ponticelli